Lo Shen
Per noi occidentali è praticamente impossibile trovare una traduzione della parola Shen che possa renderne il significato al meglio.
C’è chi utilizza il termine “spirito”, chi invece sceglie “mente” o “spirito vitale”.
Si tratta in breve di una forma purissima di vibrazione energetica il cui proposito è quello di illuminare lo spirito di una persona.
Quando ne analizziamo l’ideogramma possiamo notare che esso è composto da due parti.
Quella più a sinistra significa “presagio”, “influssi del Cielo”, mentre quella di destra raffigura due mani che tendono una corda e quindi simboleggia tutte le forze naturali che sono sotto gli influssi del Cielo rappresentati a sinistra.
Nel suo complesso, quindi, questo ideogramma indica le influenze che dall’alto giungono a noi sotto forma di principio vitale, anima o spirito.
Lo Shen è quindi il Cielo che sta nella Natura e nell'Uomo e rappresenta l’energia corrispondente all’asse Cuore-Mente, agli aspetti spirituali e soprannaturali. Fa quindi riferimento sia all’aspetto mentale di una persona che a quello emozionale e spirituale.
Lo Shen accomuna tutti gli esseri viventi e risiede ovunque nell’organismo ma soprattutto nel Cuore, guidando l’orientamento profondo, consapevole e spirituale di una persona nel corso della sua vita. Quando esso non è chiaro, fluido ed armonioso, lo spirito della persona è disturbato, la sua mente è stanca, ed i suoi pensieri sono agitati e confusi.
Lo Shen si manifesta attraverso la luce degli occhi, si accumula nel Dan Tian superiore situato tra le sopracciglia e si distribuisce a tutti gli organi mediante il sangue, assumendo forme diverse identificate con nomi diversi, proprio come avviene per il Qi. Secondo la Medicina Tradizionale Cinese ognuna di queste forme presenta una affinità elettiva con un preciso organo.
Lo Shen è così importante per la salute di una persona che nel capitolo ventiquattro del Lingshu si legge: “Chi ha Shen, vive, chi lo perde muore”.
Il Qi
L’ideogramma che rappresenta il Qi è composto di due parti, una più in basso che rappresenta una spiga di riso (e quindi gli aspetti più materiali e concreti di questa energia) ed un’altra parte in alto che rappresenta il vapore che è rilasciato dal riso mentre cuoce e che si innalza verso l’alto.
L’idea implicita in questo segno, quindi, è quella di rappresentare il carattere di mutevolezza del Qi, che da materiale diventa immateriale e che dalla Terra sale al Cielo, rappresentando un elemento al tempo stesso celeste e terrestre contemporaneamente.
Si tratta dell’essenza vitale che anima ogni elemento naturale e che può presentarsi più densa oppure più sottile.
Come il Jing, anche il Qi del nostro organismo ha una sua componente ereditaria (che si esprime nella costituzione di ciascuno di noi) ed una componente acquisita, che si alimenta attraverso il cibo, l’aria che respiriamo ed attraverso il Qi universale, anche grazie alle pratiche energetiche come il Taijiquan o il Qi Gong.
Il Qi è un elemento molto mobile, circola nei meridiani energetici del nostro corpo e rappresenta la rete di connessione e comunicazione tra tutte le parti che lo compongono, permette all’organismo di strutturarsi ed essere coeso, consente agli organi ed ai visceri di restare al proprio posto ed al sangue di scorrere.
Questa energia è immagazzinata nel Dan Tian Medio, collocato in mezzo al torace al livello del plesso solare, quindi è correlato con la respirazione e con la salute degli organi interni, anch’essi importanti riserve di Qi.
Il Jing
Il Jing è la base di tutte le attività vitali e rappresenta l'energia che mantiene in vita l'essere umano. Infatti il suo consumarsi porta al deperimento, all'invecchiamento e infine alla morte.
Esso ha due componenti: quella che si forma dall'unione del Jing del padre e quello della madre al momento del concepimento e che viene quindi ereditata dai genitori (“Jing del cielo anteriore”) e quella che viene costantemente reintegrata dall’energia proveniente dallo Stomaco e dalla Milza attraverso il cibo e l’acqua, dai Polmoni attraverso l’aria, ma anche dal nutrimento psichico e affettivo (“Jing del cielo posteriore”).
Il primo è come se fosse un serbatoio di energia a disposizione dell’uomo, che nel corso della vita può essere solo consumata e mai reintegrata. Esaurita questa energia sopraggiunge la morte. Il Jing del cielo posteriore, invece, è costantemente reintegrato e la sua funzione è quella di fare in modo che l’organismo consumi la quantità minore possibile di Jing del cielo anteriore, permettendo quindi di rallentare il deperimento fisico e mentale e permettere alle persone di vivere a lungo.
L’ideogramma è composto da tre parti: il simbolo più a sinistra rappresenta una spiga di riso vista in sezione nella quale si riconoscono i chicchi. La parte più a destra in alto rappresenta una giovane piantina verde che cresce e infine il carattere inferiore di destra indica la carne. Esso quindi esprime il concetto di qualcosa che è materiale, che è vivo e che ha in se il seme della vita e la forza e la potenzialità della crescita, proprio come quel piccolo germoglio verde raffigurato in alto a destra. In Natura esso cresce in modo potente durante la primavera, fino a sbocciare nella sua pienezza in estate in tutta la sua vitalità.
Energeticamente il Jing rappresenta il germe della vita, l’essenza vitale e quella sessuale. Esso ha la propria radice nei Reni (“Magazzino del Jing”) e viene conservato nel Dan Tian Inferiore e circola in tutto il corpo attraverso i cosiddetti midolli (midollo osseo e cervello).
La candela e i tre tesori (San Bao)
In Medicina Tradizionale Cinese si parla di tre tipi di energia: il Jing, lo Shen ed il Qi.
Queste energie sono così importanti per la Natura e per il nostro corpo che sono chiamati “San Bao”, cioè “i tre tesori”.»
Non è facile spiegare con parole “occidentali” che cosa siano questi tre tesori, ma la cosa bella e al tempo stesso sorprendente è che guardando una semplice candela è possibile comprenderli meglio.
Negli antichi testi cinesi si legge:
Raffina il Jing per ottenere il Qi, raffina il Qi per ottenere lo Shen, raffina lo Shen e ritorna al Vuoto
Pensa al Jing come alla cera e allo stoppino.La quantità e la qualità di entrambi determina la durata della vita della candela e rappresenta la riserva di energia che determina la sua longevità.
La stessa cosa avviene nell’Uomo con il Jing.
Il Qi, invece, è la fiamma della candela: essa può essere debole, incerta e fare fumo oppure può essere forte, viva e splendente.
Il Qi rappresenta quindi la vitalità e l’energia di una persona.
Lo Shen infine è la luce che si irradia dalla candela, è l’energia meno densa, il suo proposito è quello di illuminare il buio.
Lo Shen è quindi quell’energia sottile che illumina lo spirito di una persona.